Il Parlamento europeo ha recentemente approvato la quarta modifica della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD IV), anche conosciuta come direttiva “Case Green”. Quest’ultima ha generato reazioni molto contrastanti, soprattutto per quanto riguarda gli obblighi di ristrutturazione degli edifici. Le critiche provengono in gran parte dal timore dei proprietari di abitazioni che potrebbero non essere in grado di affittare o vendere le loro proprietà se non effettuano miglioramenti energetici, temendo una diminuzione del valore degli immobili o di dover sostenere spese significative per rendere i propri immobili a norma.
Gli obiettivi della direttiva
La direttiva UE è un’imposizione agli Stati membri e non direttamente alle persone fisiche o giuridiche. Questo significa che gli Stati hanno una certa flessibilità nell’adottare e attuare la direttiva, inclusa la possibilità di introdurre eccezioni e determinare le sanzioni per l’inadempienza. La direttiva, approvata qualche giorno fa in Parlamento, mira a ridurre il consumo energetico degli edifici, con obiettivi specifici per il 2030 e il 2035, che includono la ristrutturazione di edifici con prestazioni energetiche inferiori e la graduale eliminazione dei combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento. Inoltre, prevede una riduzione del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 rispetto al 2020 e del 20-22% entro il 2035.
Ogni Stato membro dovrà ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% dello stesso gruppo entro il 2033 e dovrà adottare misure volte a eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento entro il 2040. Più nel dettaglio, gli Stati membri dovranno garantire che gli edifici e le unità immobiliari residenziali conseguano almeno la classe di prestazione energetica “E” entro il 1º gennaio 2030 e la classe “D” dal 1º gennaio 2033. Gli edifici pubblici e privati adibiti a uffici e a usi non residenziali dovranno invece conseguire almeno la classe “E” entro il 1º gennaio 2027 e la classe “D” dal 1º gennaio 2030. A partire dal 2028, gli edifici pubblici di nuova costruzione e dal 2030 tutte gli altri nuovi edifici dovranno essere a emissione “zero” di combustibili fossili. Nonostante i significativi progressi già attuati negli ultimi anni nell’efficienza energetica degli edifici attraverso misure come il Superbonus e altri incentivi edilizi, sono altrettante le sfide che l’Italia dovrà affrontare.
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In sintesi, il raggiungimento degli obiettivi della direttiva richiede un impegno prolungato nel corso degli anni, investimenti adeguati e politiche pubbliche efficaci. È anche importante ribadire che i benefici per l’ambiente e per la sua salvaguardia saranno innumerevoli. Vuoi rendere la tua casa più efficiente, risparmiare sulle tue bollette energetiche e ridurre il tuo impatto ambientale? Rivolgiti ai nostri esperti. Compila il modulo con i tuoi dati e descrivici le tue esigenze, ti forniremo una consulenza gratuita e un preventivo senza impegno.
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