La Commissione europea ha approvato il decreto emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica riguardante le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer). Questa informazione ci viene riportata da un comunicato ufficiale emesso dal Ministero dell’Ambiente. Nonostante la proposta fosse pronta da mesi, oggi è finalmente arrivata la conferma da Bruxelles. Il decreto prevede incentivi per un totale di 5,7 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi finanziati tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Comunità Energetiche Rinnovabili: cosa prevede il decreto
Il provvedimento italiano si concentra su due principali misure: una tariffa incentivante per l’energia rinnovabile prodotta e condivisa, e un contributo a fondo perduto. L’iniziativa è rivolta a progetti di piccola scala, con una capacità fino a 1 MW. I fondi verranno concessi ai beneficiari fino al loro esaurimento, seguendo l’ordine di presentazione delle domande. Il regime prevede una tariffa incentivante basata sulla quantità di elettricità consumata dai clienti finali e dalle comunità di energia rinnovabile, con un periodo di pagamento di 20 anni. Questa misura, con un budget totale di 3,5 miliardi di euro, sarà finanziata attraverso il prelievo sulla bolletta elettrica di tutti i consumatori.
Per le comunità realizzate nei comuni con meno di 5.000 abitanti, è previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili legati agli investimenti per la creazione o l’ampliamento degli impianti. Sono 2,2 miliardi i fondi stanziati dal Pnrr, con l’obiettivo di raggiungere una potenza totale di almeno 2 gigawatt. Il contributo a fondo perduto può essere cumulato con la tariffa incentivante entro i limiti prestabiliti.
La potenza finanziabile è fissata a cinque gigawatt complessivi da installare sul territorio italiano, con scadenza entro il 2027. L’obiettivo è quello di costruire impianti per la produzione di energia rinnovabile ed espandere quelli esistenti. I benefici potranno essere utilizzati per il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.
Per quanto riguarda le Comunità Energetiche Rinnovabili, i beneficiari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, oltre a enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. Il primo passo per la realizzazione di una Cer è la definizione dell’area destinata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria, seguita dalla redazione dell’atto costitutivo del sodalizio. Quest’ultimo deve avere come fine il conseguimento di benefici ambientali, economici e sociali. Il GSE, soggetto gestore della misura, valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi, con la possibilità di verificare preliminarmente l’ammissibilità su richiesta degli interessati.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha commentato l’approvazione da parte dell’Unione Europea degli aiuti per le energie rinnovabili come una svolta storica nel rapporto tra i cittadini e l’energia. Ha evidenziato che le Comunità Energetiche Rinnovabili possono ora diventare una realtà diffusa nel Paese, contribuendo allo sviluppo delle fonti rinnovabili e rendendo il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Pichetto ha sottolineato inoltre che, grazie a queste comunità, ogni cittadino avrà la possibilità di prendere parte alla transizione green. Promuovendo la produzione di energia rinnovabile, ciascuno di noi godrà dei benefici economici derivanti dall’autoconsumo, e farà del bene all’ambiente.